lunedì 20 gennaio 2014


 


                                                EVIDENZE EMPIRICHE, TEORICHE, MATEMATICHE

 


 

Osservando la figura precedente, gia` pubblicata in un post precedente, che rappresenta un modello matematico statico di cammalight, e` possibile determinare, gia`  empiricamente, la presenza dello sbilanciamento, operato dalla somma delle leve, tra la parte destra, definita convenzionalmente di potenza e la parte di sinistra definita di resistenza.

Il riscontro matematico e` possibile costruendo il modello rappresentato, anche con le masse fisse nella posizione indicata, e misurando poi, anche con un semplice dinamometro, la quantita` di sbilanciamento ottenuto.

La macchina teorica, descritta nei post precedenti, inoltre, ci restituisce matematicamente, seppur teoricamente, il motivo del funzionamento e la quantita` massima di energia ottenibile dalla cammalight.

Una delle critiche maggiori, ricevute ad oggi, oltre ad associare erroneamente la cammalight al moto perpetuo, e` che il meccanismo non riuscirebbe neppure a completare un giro di rotazione.

In realta` per funzionare la cammalight deve percorrere solo 20 gradi su 360 perche` ogni ad ogni 20 gradi si ripropone lo sbilanciamento iniziale, misurabile come detto prima, ma ad una velocita` non piu` uguale a zero e sempre in aumento.

Ovviamente i 20 gradi indicati sono in funzione delle 18 masse rappresentate nel modello.

Nel caso si costruisse una cammalight a 36 masse lo spostamento minimo si ridurrebbe a soli 10 gradi per ritornare allo sbilanciamento iniziale.

Come ho avuto gia` modo di dire la leva presenta caratteristiche interessanti ma poco note in quanto non fondamentali per il suo uso quotidiano.

In effetti spesso neppure ci accorgiamo di utilizzare una leva ma sappiamo per esperienza come utilizzarla.


 

Se la cammalight non potesse funzionare la leva rappresentata nel disegno precedente non produrrebbe nessun effetto rimanendo perfettamente immobile.

In realta` la leva in questione, lasciata libera di muoversi, portera` il braccio di destra verso il basso, accelerando sempre piu` perche` sottoposta, senza soluzione di continuita` alla forza di gravita`.

Ovviamente anche la massa di sinistra o di resistenza subira` la stessa accelerazione in negativo ma, come ampiamente spiegato nel post relativo alla macchina teorica, in misura minore e in proporzione alla distanza delle masse dal fulcro.

Se nel disegno precedente le masse, ad esempio, tutte di 1 kg, poste a 20cm dal fulcro quelle di sinistra o resistenza e quelle di destra o potenza poste a 60 cm dal fulcro possiamo calcolare facilmente che 1 sola massa di potenza serve per mantenere in equilibrio la leva mentre le altre 2 concorreranno ad ottenere il surplus energetico, sotto forma di energia cinetica, che consento alla cammalight di funzionare.

In questo caso se la massa di potenza, partendo dal punto piu` alto, raggiunge il punto piu` in basso in 1 secondo viaggera` alla velocita` di 1,884 metri al secondo.

Contemporaneamente la massa di resistenza partira` ovviamente dal punto piu` basso e raggiungera` il punto piu` alto sempre in 1 secondo ma viaggiando ad una velocita` di 0,628 metri al secondo.

Applicando la formula dell`energia cinetica (Ec=m/2*v al quadrato) otteniamo che:

3/2*0,628*0,628=0,591576 (energia cinetica negativa espressa dalle masse di resistenza)

3/2*1,884*1,884=5,324184 (energia cinetica positiva espressa dalle masse di potenza).

Ovviamente al variare della velocita` la proporzione tra energia cinetica negativa e positiva sara` sempre uguale come spiegato nel post della macchina teorica ma la quantita` di energia utilizzabile nella cammalight per la conversione in energia elettrica sara` tanto maggiore quanto piu` elevata sara` la velocita` di rotazione del dispositivo.

Ad una velocita`, ad esempio, di 6 metri al secondo delle masse di potenza avremo il seguente risultato:

3/2*2*2=6 (energia cinetica negativa espressa dalle masse di resistenza)

3/2*6*6=54 (energia cinetica positiva espressa dalle masse di potenza)

Ricordando che in questo caso le masse di resistenza viaggiano ad una velocita` di 2 metri al secondo.

La proporzione tra energia negativa e positiva e` sempre uguale ma a parita` di peso delle masse avremo una quantita` di energia utilizzabile maggiore.

Per quanto detto appare chiaro il fondamentale ruolo che assume la velocita` per il funzionamento della cammalight e, ricordiamo, che, in assenza di “carico” al fulcro, il dispositivo continuera` ad accelerare fino al limite strutturale meccanico.

La velocita`, inoltre, fa sprigionare all` intero dispositivo e alle masse la forza centrifuga, che una parte del meccanismo si occupa di favorire, che viene utilizzata in modo indiretto come volano generale e in modo diretto, sfruttando il principio di inerzia, come una sorta di “post bruciatori” nella fase iniziale di spinta della prima fase di risalita delle masse.

Molti hanno definito criticamente la cammalight  con i piu` disparati aggettivi in nome di una scienza che, sicuramente, neppure conoscono.

Come da titolo del post vi sono evidenze empiriche, teoriche e matematiche, che la fisica spiega, quantifica e giustifica attraverso leggi che la cammalight non viola ma che utilizza in modo fino ad ora impensato attraverso l` uso della leva dinamica, fulcro di tutto il meccanismo.

Rosario Cataudo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






















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