LA CAMMALIGHT COME IL CALABRONE
"La struttura alare
del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa
e vola lo stesso."
Più volte, parlando della Cammalight, ho citato questo
famoso aforisma attribuito ad Albert Einstein per sottolineare come, spesso, ciò che
riteniamo violi le leggi della fisica, in realtà, è supportato da ciò che
ancora non conosciamo in dettaglio.
La definizione che ho sempre dato della Cammalight è di un
dispositivo elusivamente meccanico che converte la forza di gravità in energia
cinetica perché in realtà di questo si tratta.
Il modello matematico della Cammalight, che ho pubblicato da
tempo, ha suscitato in dotti, medici e sapienti la solita associazione del
dispositivo al moto perpetuo, vuoi per dolo vuoi per superficialità.
Il moto perpetuo, inteso come di un qualsiasi metodo per
ottenere energia dal nulla, è irrealizzabile, ovviamente.
E la prima legge sull’energia recita che essa non si crea ne
si distrugge, aggiungendo poi, che si trasforma, appunto.
Senza quindi violare nessuna legge della fisica è possibile
trasformare la forza di gravità in energia cinetica.
È solo questione di farlo attraverso il giusto meccanismo.
Inoltre, come spesso ho sottolineato, la Cammalight è un
dispositivo a perdere.
La quantità di energia sviluppata dalla forza di gravità,
cioè, viene restituita per l’utilizzo finale, decurtata dall’energia necessaria
a contrastare la resistenza delle masse in risalita e dei naturali attriti,
seppur minimi, grazie all’adozione di parecchi cuscinetti a sfera, presenti nel
meccanismo.
Ad oggi, nessuno degli esperti che ha visionato il modello
matematico della Cammalight, ha detto che è sbagliato, ma, pur di
accondiscendere alle leggi ufficiali della fisica, associano, come detto, il
dispositivo al moto perpetuo per negarne l’evidenza.
Beninteso che le leggi ufficiali della fisica sono
assolutamente corrette ma, se applicate al principio di funzionamento della
Cammalight, devono essere assolutamente slegate dal concetto di moto perpetuo.
Ecco perché il ricorrere all’aforisma sul calabrone al quale
non è possibile applicare solo una parte delle leggi per giustificarne la
capacità di volo.
Il “segreto” della Cammalight sta nell’utilizzo della leva
in modo dinamico, come mai è stato fatto fino ad oggi, così come il calabrone utilizza per il volo le sue ali "inadatte" semplicemente utilizzandole in maniera inconsueta rispetto a come si pensava dovessero funzionare fino a qualche tempo fa.
Il modello statico della Cammalight ci dice perché e quanta
forza iniziale è disponibile nel meccanismo consentendone lo sbilanciamento
continuo del moto circolare, e, al momento, non ci sono algoritmi in grado di
calcolare di quanto è maggiore la reale potenza del dispositivo in fase dinamica
in quanto oltre alla forza di gravità il dispositivo converte in energia anche
la forza centrifuga che le masse sviluppano appena raggiunta la velocità di
esercizio.