CAMMALIGHT MAGNETICA
Come ho già avuto modo di scrivere anche la forza magnetica
si presta ad essere convertita in energia cinetica e, di conseguenza, in
energia elettrica trovando il giusto meccanismo che produca costantemente una
forza di spinta o di attrazione evitando che i campi magnetici entrino in
equilibrio.
Sul campo magnetico sappiamo che la forza necessaria a
spostare lateralmente due magneti, in contrapposizione, quindi che si
respingono, è minore rispetto alla forza necessaria ad avvicinarli e, di conseguenza,
ad aumentarne la forza di repulsione.
Questa caratteristica ci consente di ottenere una spinta
residua, utilizzabile ai nostri scopi, tra la forza necessaria a muovere
lateralmente due magneti per contrapporli e innescare la loro repulsione e la
quantità di forza che tale repulsione genera.
Altra caratteristica importantissima di cui occorre tenere
conto e la rapidità del decadimento della spinta/attrazione tra due magneti
all’ aumentare/diminuire della loro distanza.
La cammalight magnetica ha quindi due funzioni: porre
frontalmente due magnetiti in fase di respingimento quanto più vicini possibili
tra di loro e mantenere costante la fase di repulsione tra una o più coppie di
magneti.
A seguire il disegno, molto schematico, del meccanismo che
consente di portare in contrapposizione due magneti.
Il meccanismo sopra schematizzato consente di sfruttare
esclusivamente energia meccanica, e consente uno spostamento laterale dei due
magneti molto rapido in quanto ogni parte del meccanismo è deputato ad
effettuare solo metà del percorso necessario a portare in posizione di
contrapposizione i due magneti.
Poniamo 36 di questi meccanismi in un supporto circolare di
2250 mm di diametro (7065 mm di circonferenza), che chiamiamo unità base, disposti
frontalmente, e, quindi, alla massima spinta.
Dovendo tener conto, come detto, che la forza di
repulsione/attrazione decade rapidamente con la distanza tra i magneti e per
poter sviluppare una buona potenza di spinta il nostro generatore sarà composto
da 100 unità base.
Questo significa che ad ogni 1,9625 mm di percorso della
cammalight magnetica avremo sempre 36 meccanismi di spinta alla massima
potenza.
Se prendessimo in considerazione solo la spinta di queste 36
coppie di magneti e ipotizzando che, con un calcolo altamente per difetto,
potremmo disporre solo di 1/2 della loro forza di spinta è facile calcolare che
questo meccanismo ci darebbe oltre 30’000 kg di spinta per ogni 1,9625 mm di
percorso delle unità di base utilizzando magneti da 1’000 kg di
spinta/attrazione.
Inoltre, per evitare interferenze indesiderate tra i
magneti, occorre inserirli in un guscio di mu-metal che lasci libera solo la
faccia utilizzata per la contrapposizione anche per aumentare l’ efficienza del
“momento” di repulsione.
La potenza del dispositivo si può aumentare allungando il
magnete fino alla tenuta strutturale dei bracci porta magneti, quindi, unica
condizione a questo fattore di moltiplicazione è che i supporti dei magneti
siano abbastanza rigidi da sostenere la spinta radiale delle coppie di magneti.
Sembra quasi superfluo sottolineare che esistono tutta una
serie di posizioni intermedie, sempre in fase di spinta, che dovranno essere
considerate nel computo finale della potenza ottenibile da questo dispositivo.
Rispetto alla cammalight tradizionale questo meccanismo è
molto più semplice ed agevole da costruire e da manutenere e si presta anche
alla realizzazione di impianti di bassa potenza.
Non intendo tediare quanti hanno sempre compreso le mie
parole ma voglio sottolineare, ancora una volta, che né la cammalight né questo
meccanismo rappresentano il moto perpetuo che, ribadisco, non si può
realizzare.
Infatti non si può convertire tutta la forza di
attrazione/repulsione dei magneti ma solo una parte in relazione alla
efficienza del meccanismo.