SPUNTI DI RIFLESSIONE SULLA CAMMALIGHT
– costi e benefici –
Lo scopo di questa riflessione non è quello di schierarsi
pro o contro una fonte di produzione energetica classica sebbene sia indubbio
che produrre energia elettrica a impatto ecologico zero sia ormai imperativo soprattutto
se economicamente conveniente .
Di conseguenza è possibile analizzare i costi/benefici di
una centrale cammalight solo se paragonati a una centrale nucleare.
Allo stato attuale il nostro paese, teoricamente, dovrebbe
essere autosufficiente per la produzione di energia elettrica in quanto la
potenza massima erogabile da tutte le nostre centrali è di circa 120 Gw contro
una richiesta massima di circa 60 Gw registrata nell’estate del 2007.
Malgrado tutto, però, siamo costretti per vari motivi ad
importare dall’estero circa il 15% del fabbisogno energetico e, nel prossimo
futuro, inoltre, sono previsti aumenti della richiesta energetica di circa il
20%.
Lo scenario attuale quindi ci induce a riflettere su come
aumentare la produzione di energia elettrica premesso che le fonti alternative
non riusciranno a coprire la richiesta ne tantomeno ad abbassare i costi di
produzione.
L’energia elettrica prodotta con il nucleare non è certo la
più economica perché non si tiene conto, di norma, nelle analisi diffuse, di
quanto inciderà lo smaltimento futuro delle scorie.
A parte questo dettaglio non di poco lo stesso costo di
realizzazione di una centrale nucleare nei confronti di una centrale cammalight
è praticamente doppio.
Nel tempo, inoltre, una centrale nucleare, deve
necessariamente monitorare la sicurezza dell’intera struttura con costi di
manutenzione non indifferenti mentre una centrale cammalight in quanto a
manutenzione richiede praticamente la sola sostituzione dei cuscinetti a sfera,
unico elemento di usura di tutto il dispositivo.
Una centrale nucleare che produce quindi una potenza di
circa 1'000 Mw ha un costo di realizzazione di circa 10 miliardi di euro al quale vanno
sommativi i costi annuali per l’acquisto del carburante nucleare, della
manutenzione elevata al grado di sicurezza per questo tipo di impianti e per lo
smaltimento dei rifiuti.
Un ultimo costo che si omette anche perché difficilmente
calcolabile è quello relativo allo smantellamento di una centrale a fine ciclo
produttivo e alla bonifica di tutta l’area della centrale.
Di contro una centrale cammalight ultimata la realizzazione,
come già detto, necessita della manutenzione ordinaria relativa alla
sostituzione delle parti soggette ad usura come i cuscinetti a sfera.
In caso di eventuale danneggiamento della struttura, a causa
di un sisma, ad esempio, tutte le parti meccaniche sono assolutamente
riciclabili così come è possibile prevedere che per la realizzazione delle
masse di spinta in ferro si potranno riciclare le immense riserve di materiali
ferrosi già dismessi.
Da una prima analisi è possibile indicare sin da adesso che
una centrale cammalight che produca 1'000 Mw di potenza avrebbe un costo
dimezzato rispetto a una centrale nucleare e, a differenza di questa, l’ammortamento
dell’intero impianto avverrebbe in appena circa 5 anni trascorsi i quali la
produzione di energia elettrica avverrebbe a costi praticamente prossimi allo
zero.
La natura stessa del dispositivo cammalight favorisce infine
la possibilità di creare centrali più piccole da distribuire su tutto il
territorio nazionale e collegate tra loro per evitare disastrosi black-out.
Con costi così bassi per la produzione di energia elettrica
anche lo sviluppo di veicoli elettrici potrebbe decollare definitivamente
contribuendo a diminuire drasticamente l’emissione di gas nocivi.
Come ho già avuto modo di sottolineare la disponibilità di
energia elettrica a così buon mercato favorirebbe, paradossalmente, persino i
produttori di petrolio perché ne prolungherebbe l’attività estrattiva, in
quanto diminuirebbe, ma manterrebbe inalterati i margini di ricavo in quanto ne
abbatterebbe drasticamente i costi di produzione.
Soprattutto il petrolio, finché sarà disponibile, avrà una
sua insostituibile utilità anche se è assolutamente auspicabile che se ne
limiti l’uso, come per le altre fonti energetiche da materie prime fossili, al
minimo indispensabile.
Rosario Cataudo