domenica 17 marzo 2013


 
 
SPUNTI DI RIFLESSIONE SULLA CAMMALIGHT
 
– costi e benefici –

Lo scopo di questa riflessione non è quello di schierarsi pro o contro una fonte di produzione energetica classica sebbene sia indubbio che produrre energia elettrica a impatto ecologico zero sia ormai imperativo soprattutto se economicamente conveniente .

Di conseguenza è possibile analizzare i costi/benefici di una centrale cammalight solo se paragonati a una centrale nucleare.

Allo stato attuale il nostro paese, teoricamente, dovrebbe essere autosufficiente per la produzione di energia elettrica in quanto la potenza massima erogabile da tutte le nostre centrali è di circa 120 Gw contro una richiesta massima di circa 60 Gw registrata nell’estate del 2007.

Malgrado tutto, però, siamo costretti per vari motivi ad importare dall’estero circa il 15% del fabbisogno energetico e, nel prossimo futuro, inoltre, sono previsti aumenti della richiesta energetica di circa il 20%.

Lo scenario attuale quindi ci induce a riflettere su come aumentare la produzione di energia elettrica premesso che le fonti alternative non riusciranno a coprire la richiesta ne tantomeno ad abbassare i costi di produzione.

L’energia elettrica prodotta con il nucleare non è certo la più economica perché non si tiene conto, di norma, nelle analisi diffuse, di quanto inciderà lo smaltimento futuro delle scorie.

A parte questo dettaglio non di poco lo stesso costo di realizzazione di una centrale nucleare nei confronti di una centrale cammalight è praticamente doppio.

Nel tempo, inoltre, una centrale nucleare, deve necessariamente monitorare la sicurezza dell’intera struttura con costi di manutenzione non indifferenti mentre una centrale cammalight in quanto a manutenzione richiede praticamente la sola sostituzione dei cuscinetti a sfera, unico elemento di usura di tutto il dispositivo.

Una centrale nucleare che produce quindi una potenza di circa 1'000 Mw ha un costo di realizzazione di circa 10 miliardi di euro al quale vanno sommativi i costi annuali per l’acquisto del carburante nucleare, della manutenzione elevata al grado di sicurezza per questo tipo di impianti e per lo smaltimento dei rifiuti.

Un ultimo costo che si omette anche perché difficilmente calcolabile è quello relativo allo smantellamento di una centrale a fine ciclo produttivo e alla bonifica di tutta l’area della centrale.

Di contro una centrale cammalight ultimata la realizzazione, come già detto, necessita della manutenzione ordinaria relativa alla sostituzione delle parti soggette ad usura come i cuscinetti a sfera.

In caso di eventuale danneggiamento della struttura, a causa di un sisma, ad esempio, tutte le parti meccaniche sono assolutamente riciclabili così come è possibile prevedere che per la realizzazione delle masse di spinta in ferro si potranno riciclare le immense riserve di materiali ferrosi già dismessi.

Da una prima analisi è possibile indicare sin da adesso che una centrale cammalight che produca 1'000 Mw di potenza avrebbe un costo dimezzato rispetto a una centrale nucleare e, a differenza di questa, l’ammortamento dell’intero impianto avverrebbe in appena circa 5 anni trascorsi i quali la produzione di energia elettrica avverrebbe a costi praticamente prossimi allo zero.

La natura stessa del dispositivo cammalight favorisce infine la possibilità di creare centrali più piccole da distribuire su tutto il territorio nazionale e collegate tra loro per evitare disastrosi black-out.

Con costi così bassi per la produzione di energia elettrica anche lo sviluppo di veicoli elettrici potrebbe decollare definitivamente contribuendo a diminuire drasticamente l’emissione di gas nocivi.

Come ho già avuto modo di sottolineare la disponibilità di energia elettrica a così buon mercato favorirebbe, paradossalmente, persino i produttori di petrolio perché ne prolungherebbe l’attività estrattiva, in quanto diminuirebbe, ma manterrebbe inalterati i margini di ricavo in quanto ne abbatterebbe drasticamente i costi di produzione.

Soprattutto il petrolio, finché sarà disponibile, avrà una sua insostituibile utilità anche se è assolutamente auspicabile che se ne limiti l’uso, come per le altre fonti energetiche da materie prime fossili, al minimo indispensabile.

 

Rosario Cataudo

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